La tormentata storia dei rapporti fra uomini e donne e i cambiamenti che negli ultimi decenni si sono prodotti nel mondo del lavoro, nella vita in famiglia, nella politica e nella cultura, dove uomini e donne sono diventati ugualmente attivi, esigono di trovare una chiave di comprensione, che secondo l’autore si trova nella dimensione relazionale della differenza uomo-donna. Appoggiandosi sui recenti dati della ricerca psicologica e sociologica, Antonio Malo dimostra che non sono in grado di dare una risposta soddisfacente a questi fenomeni né le concezioni naturalistiche della sessualità, contrarie a ogni tipo di cambiamento, né quelle postmoderne, che pretendono di de-costruire i sessi, i generi e anche la famiglia. Propone quindi di ripensare la sessualità umana dal punto di vista dell’antropologia filosofica, dall’analogia cioè rispetto a quella dei mammiferi più evoluti, senza però cadere in una sorta di biologismo, poiché la persona è sempre un essere in relazione. Qualsiasi tipo di separazione tra natura e cultura – quasi fossero due elementi collegati arbitrariamente – equivale a un’astrazione che porta a presentare come reale qualcosa che esiste solo nella nostra mente: da ciò derivano lo stereotipo e l'ideologia. La sessualità umana, che l’autore denomina condizione sessuata, è, invece, una struttura complessa e articolata. Oltre al sesso corporeo e sociale, include molti altri aspetti come la tendenza sessuata, il desiderio, l'innamoramento, la reciprocità nell'amore, le relazioni d’identificazione e differenziazione nella coppia e nella famiglia, ossia la genealogia, la generazione e l’inter-generazione. Ne consegue che un’identità matura richiede di integrare personalmente tutti questi elementi, per migliorare – come uomini o come donne – la qualità delle nostre relazioni.